domenica 18 novembre 2007

La su fra le montagne

A Trento si sta benino, non è che mi possa lamentare più di tanto.
Si, effettivamente c'è il problema che la sera, se non guardi la TV o giochi col Pc o studi, non hai niente da fare, purtroppo e cosi ma in prospettiva è un bene.
Quello che mi lascia più perplesso, invece è il fatto che tolto i motivi puramente pratici non avrei motivo di tornare a casa, nel senso: si torna giù per far festa la sera e "rilassarsi"(sensazione che ormai è un lontano miraggio), e basta...Basta? si, effettivamente basta.
Motivi per tornare su a parte studiare? mmm, andare ad allenamento.....si probabilmente questo e nient'altro, mi chiedo come ho fatto a ritrovarmi in mezzo a tutto ciò senza avere un appiglio o un punto di riferimento, se non la voglia di affermare qualcosa, è il belo e che vorrei sapere cosa.
Rimpianti, rimorsi? si molti come sempre, rimpianti legati a cosa avrei dovuto fare e non ho avuto gli attributi, rimorsi? no, quelli no ho sempre agito quando ero convinto, il problema è che o fatto poco, troppo poco, quasi non ho fatto niente.
E già, il tempo passa comunque che si faccia qualcosa o no, e gli eventi seguono il loro corso e c'è un solo momento in cui possiamo influenzarli, troppo spesso stiamo a guardare e imbracciamo il fucile troppo tardi

domenica 11 novembre 2007

4 illusioni

come sempre mi ritrovo, mio malgrado davanti al pc (malgrado perché avrei molto altro da dire ma..). Sul tono dei ricordi, dei tempi quando mi bastava andare a fare una partita a carte(magic) per dire "cosa altro mi serve? una birra!" no baggianate a parte, birra o no la partita mi estraniava dal mondo circostante e mi metteva in una posizione che mi estraniava dalla squallida media.
In fondo esisterà sempre qualcuno migliore di te(questo lo sanno tutti gli sportivi), ed è innegabile ma in quel momento in cui se vicino alla vetta è una cosa unica, almeno credo non essendo mai uscito dalla media spaccata. il campo ci stavo e ci stò con l'unica qualità che mi trovo, crederci e combattere fino a che ho sangue nelle vene e aria nei polmoni, lottare fino alla sirena che decreta la fine della partita. Dopo cosa rimane? un foglio rosa o giallo, ecco cosa ti rimane o forse neanche quello; mi risulta impossibile applicare questo semplice mentalità nella vita: la sirena non suona mai, il sangue per quanto uno ne abbia finisce inevitabilmente, aria c'è nè ma credete può mancare anche quella, il cuore ti viene meno.
mi chiedo spesso se per me esistono ancora le 4 illusioni, come le definiva Foscolo, e se si quali ma ho paura di rispondere, ogni uno di noi (credo) quando capita qualcosa di particolare, se lo domanda, non importa che sussistano tutte ne basta una, una a cui aggrapparsi e sperare che non ti abbandoni, io ci credevo e ci credo ancora, ma mi domando se non stia sbagliando tutto, domanda a cui non ho una risposta; invece alla domanda "se stai sbagliando tutto se i disposto a lasciare la vecchia strada, per una che va in direzione opposta ma che è la retta via?" no, non credo l'abbandonerei, non lo farei perchè forse quello che la fa diventare sbagliata e il modo in cui la si percorre, ma io percorrerei qualsiasi strada in questo modo,. di conseguenza diventerebbero tutte errate.
O forse sono tutte (si insomma ci siamo capiti) e quindi è tutto inutile.
in qualsiasi caso ho ancora qualcosa a cui aggrapparmi, non importa quatto instabile sia è l'unica che mi rimane, ogni volta che ne abbandonavo una soffrivo in modo indegno, ma una mio rimaneva sempre. Spero non mi abbandoni anche quella e se lo farà? non voglio pensarci, o forse si rigenerebbero dopo un calvario, non penso possa avvenire, credo che faro l'unica cosa che so fare: lotterò fino al ultima goccia di sangue.
NON UN PASSO INDIETRO!

sabato 3 novembre 2007

legge e alcol

Da città invisibili di Calvino:
Marco Polo d
escrive un ponte, pietra per pietra.
– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.
– Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell'arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo.
Poi soggiunge: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell'arco che mi importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c'è arco


La legge esiste per impedire, la sopraffazione dell'ordine e della civiltà da parte dell'anarchia.
Una barista accostatami mentre ero al bancone del bar, mi chiede(ricorro alla forme del dialogo diretto per praticità di forma):
- ma ti pare giusto? hanno mandato fuori una mia amica+altre che solo ieri ero alla sua festa di compleanno.
io svogliato rispondo
- mi pare giusto, se una beve è giusto che venga mandata fuori.
- per poco rischi anche te....(con tono provocatorio)
- ma io non ho mai la balla cattiva.
- nessuno ha la balla cattiva, e poi non avevano bevuto.
- sbagli, e poi io non rischio niente sulla carta di identità c'è scritto "anno di nascita 1988"(loro avevano meno di 16 anni)

Chiusa cosi la conversazione in modo come dire non chiudendola, me ne torno a casa pensando alla precedente conversazione, chiedendomi come sarebbe continuata; e fra le varie opzioni che vi risparmio una conclusione credo valga la pena di citare:
(avrebbe ribadito)
-parli cosi solo perché tu ne sei fuori, ma avrei voluto vedere se te lo avessero fatto a te. (scena del tipo con i sotto titoli,"e ora? hai il coraggio di ribattere")
- semplice mi sarei arrabbiato e me ne sarei andato, tirando giù anche qualche bel porco, già avrei fatto cosi maledicendo il posto.
- vedi ?(per dire "è inutile che parli tanto, ti saresti comportato peggio di loro").
- si, e ti spiego anche perché: ora ho la maturità e riesco a comprendere che era ed è la cosa giusta da fare, a suo tempo non avrei capito come probabilmente non hanno capito loro, più spiegarglielo, 1,3,5,10 volte non capiranno. puoi dire quello che vuoi, potrei addurre molte motivazioni al mio punto di vista e tu 1 o 2 al massimo, tu ora probabilmente non capisci, nonostante sulla tua carta di identità ci sia scritto 1989, ma non capisci soprattutto perché ad essere colpite sono tue amiche, forse domani o un altro giorno capirai. questo è il riflesso della concezione della società che gira sulle amicizie, siccome che ti conosco ti faccio passare di la o avere questo o quello, esisterebbe un termine esatto per questo sistema ed è "sistema mafioso",(non fraintendetemi non è mia intenzione parlare del sistema). Comunque un giorno capirai e non bisogna essere idealisti, di destra o di sinistra, filo-governativi o dei centri sociali, nazionalisti o no , timorati di dio o laici, sognatori o realisti; Basta il senso civico che dovrebbe essere una cosa innata in ognuno di noi ma così non è, qui mi avvalgo l'onore di riprendere Gandhi, riassumendo il senso di un suo discorso, lui diceva che se una legge è ingiusta non va rispettata, ma questa è una legge giusta.

questo ultimo pezzo lo lascio per i pochi coraggiosi che avranno avuto il coraggio di arrivare fino a qui:
Troppi morti ci sono dietro di noi, (quasi tutti giovani), morti per cosa? per una birra di troppo,(in effetti se fosse birra il problema sarebbe minore), non ho le statistiche alla mano è tardi e non ho voglia di cercarle, sono morti senza motivo i loro addii non hanno un senso, anche perché non hanno avuto il tempo di lasciarli, non esiste un abnegazione a un ideale superiore a un bene comune, no è una semplice e squallida malattia che non ha cura, sicuramente questa legge non è la cura, ma nemmeno il vaccino eppure è un passo avanti ( non ci ripongo più di poche speranze sul fatto che serva a qualcosa).
E' una pietra, ma la pietra senza arco è inutile.
Un altra inutile serata è passata, svogliatamente come è passato il giorno.
avrei dovuto studiare, avrei voluto studiare, ma mi è mancata la voglia, quello che devo studiare è ancora davanti a me e domani comincerò.
fra una sparata e l'altra mentre guidavo con la macchina piena di gente, che essenzialmente non era presente, mentre ascoltavo radio sorrriso (si scrive così il nome), ho affermato che "molto spesso è più difficile sapere come andare, che non sapere dove andare", ho ripreso questa frase cambiandola un po da un libro di Orwell, e ciò è vero avere un sogno e non saperlo come realizzare equivale a non averlo. Eppure il tempo passa, i sogni cambiano e si soffre inutilmente, si aspetta qualcosa, questa attesa infinita non porta altro che al logoramento dello spirito, si affievolisce la fiamma della "combattività" e una volta che si è spenta è molto difficile rianimarla. mentre aspettavo l'apertura del cancello, mentre pensavo alle cosa sopra scritte mi è balenata in mente la frase "mi sento come un pedone che, vorrebbe essere una torre e sa che sarebbe il suo reale posto, ma è perfettamente consapevole che è un pedone e morirà come tale. forse fiero di esserlo", sono ormai stanco di vivere solo con se o ma. notte