domenica 28 settembre 2008

come al solito sbagliavo

credevo di lasciare qualcosa alle persone che conoscevo, con cui mi trovavo per una birra, si commentava tutto e si parlava di tutto.
in tutto quello che mi succede e racconto, o su cui discuto cerco sempre di applicarci la mia morale, di interpretarlo e così facendo speravo di lasciare qualcosa di più, a chi ascoltava,ma mi sbagliavo sono state tutte parole al vento, parole di cui nessuno se ne è mai fregato nulla, mi sono reso conto di aver fallito su tutta la linea. non posso cercare giustificazioni o applicare la mia filosofia "non esiste disonore nella sconfitta" ma una di questa catastrofiche dimensioni non mi era mai capitata. solitamente non ci do molto peso, cioè il giusto credo, tutto in rapporto al impegno che ci avevo messo, e pensavo "in fondo ci ho sempre messo l'anima in tutte le partite, non mi importava il punteggio o il fatto di vincere o perdere, quello che mi importava era averci messo tutto, di aver sputato il sangue e corso fino a quando avevo fiato nei polmoni". forse è stato tutto inutile, a volte le esperienze sono un peso troppo grande da portare.
il fatto di lottare sempre e comunque mi ha insegnato a perdere, ma non mi ha insegnato a vincere, per restare in tema sportivo, "metterci il cuore non basta serve il talento"e a me il talento manca, per citare un cantautore (faccio a memoria quindi parafraso), quando non ne hai più (riferito al fiato) devi andare in panchina a fare posto, probabilmente è il momento che mi vada a sedere in panca con un asciugamano in testa e una borraccia d'acqua semi vuota.

sabato 27 settembre 2008

Carry on my wayward son

chiunque legga sa benissimo che la mia grammatica fa cagare, punto e basta, non credo che riuscirò mai a migliorarla.
mi dispiace di questo ma è inutile scusarsi, scrivo di getto e questo è il risultato.
stasera o stamattina(dipende naturalmente dai punti di vista), vorrei scrivere di qualcosa che inquieta questi miei giorni, ma stranamente non lo farò (cosa forse più inquietante), si ovviamente passa una settimana è il problema di base cambia.
sigori, è normale non ci si può fare nulla forse è destino, quando al gente omette alcune informazioni, che forse cambiano lo scenario delle cose,, cosa si può fare? probabilmente nulla, tranne prenderne atto.
ma come ho già detto non ho intenzione di parlare di ciò quindi posto il testo di "Carry on my wayward son" scritta dai Kansas e presente nella "Koda summer collection 08" penso che sia una testo profondo se si vuole applicarlo alle esperienze vissute poi vedete voi.

Carry on my wayward son
There'll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don't you cry no more

Once I rose above the noise and confusion
Just to get a glimpse beyond this illusion
I was soaring ever higher
But I flew too high

Though my eyes could see
I still was a blind man
Though my mind could think
I still was a mad man
I hear the voices when I'm dreaming
I can hear them say

Carry on my wayward son
There'll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don't you cry no more

Masquerading as a man with a reason
My charade is the event of the season
And if I claim to be a wise man, well
It surely means that I don't know

On a stormy sea of moving emotion
Tossed about I'm like a ship on the ocean
I set a course for winds of fortune
But I hear the voices say

Carry on my wayward son
There'll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don't you cry
No

(Carry on)
You will always remember
(Carry on)
Nothing equals the splendor
But surely heaven waits for you

Carry on my wayward son
There'll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don't you cry (don't you cry no more)

con questo cosa voglio dire? forse una canzone vale più di mille pensieri e sensazioni.

domenica 21 settembre 2008

appuntamenti...

Non si rimandano gli appuntamenti, l'inizio dell'uni un altro anno di m***a in un luogo che non ha niente a che vedere con casa mia, ma il momento è inevitabilmente arrivato.
Non considero questo come un appuntamento col destino, figuriamoci queste puttanate non dovrebbero neanche essere considerate, non sono neanche le vere sfide della vita, sono solo appuntamenti che portano solo rogne, tipo un appuntamento al buio, in realtà te ne freghi chiunque ti capiti davanti.
All'ultimo esame che ho dato un personaggio mi disse "a fare stroia o si impazzisce e si finisce, o si impazziasce e si molla", belle opzioni insomma.
Il gene della pazzia probabilmente alberga già in una suit di lusso nel mio cervello, qualcuno diceva che la differenza tra un pazzo e un genio, dipende solo per chi lavori, cosa che ritengo assolutamente vera.
Sento comunque che si stà avvicinando un appuntamento col destino, forse una fermate del treno, che durerà pochissimo e non mi posso permettere di perdere, ma che sicuramente perderò e allora che si farò? dirò semplicemente "gambe in spalla fratello!! è folle ricorrere un treno, ma se non ci provo non avrò imparato nulla neanche questo giro", dio mi è testimone e sa che correrò fino al mio limite, tentando di andare oltre, fino all'ultimo respiro forse inutilmente.
Sempre qualcuno dice che non è importante la destinazione, ma il viaggio.

giovedì 11 settembre 2008

un altra birra ancora!

un altra birra ancora! ogni sera è la stessa storia e la stessa amarezza quando si torna a casa.
penso solo che non esista una parola, per descrivere il senso di vuoto che provo ogni giorno.
mi è capitato di parlare con molte persone, del fatto se è meglio "aver amato ed aver perso, che non amare mai", stranamente le opinioni sono molto discordanti. eppure dovrebbe essere tutto chiaro non dovrebbero esserci dubbi, stasera non scrivo per dare una soluzione alla delicata questione, ma solo per dire "un altra birra" qualsiasi cosa succeda, rimane una costante la serata fuori con gli amici una birra, una cedrata tassoni. forse ogni tanto sarebbero meglio parlere di cose serie politica, storia, destino, sogni, speranze, vita pratica, purtroppo evidentemente non è cos'ì che deve andare, si esce per dimenticare qualsiasi cosa sia seria o importante. purtroppo in molte occasioni sono il primo che evita i discorsi che mi stanno più a cuore, forse è giusto così forse no.
trappoco ricomincerò l'università starò lontano da casa per qualche giorno alla settimana, la distanza dal proprio ambiente fa crescere (almeno così dicono tutti), io crede che siano le esperienze a far crescere e non l alontananza, esperienze applicate al proprio ambiente, altrimenti diventano esperienze falsate.
queste esperienze valgono meno di nulla, per essere più preciso mi riferisco a episodi subiti e non vissuti, quando si è bevuti o peggio sotto altre sostanze.
vorrei saper rispondere alle domande che mi faccio sul destino, sapere cosa vuol dire la fiducia cieca in una persona, vivere senza il peso di cantinaia di anni, non essere consapevole della sogfferenza subita dai popoli passati e dal nostra stessa patria, e vivere quindi come uno che deve solo vivere senza onorare e ricordare il passato.

lunedì 1 settembre 2008

si ricomincia

stavo giusto riflettendo che fra un po ricomincerò l'università, nel senso che ho un tour de force, con gli esami.
Mi sono ritrovato spesso a chiedermi, perchè ho scelto di andare all'università, i più intimi e profondi motivi di questa scelta, e tolti i motivi di facciata non ne ho trovati.
è una sofferenza ricomniciare, mi sentirei più a cuor leggero se dovessi alzarmi per spaccare pietre, si sarebbe sicuramente meglio.
invece sono qui ancora una volta a dire che faccio le cose perchè devo e non perchè voglio, sono consapevole che è sbagliato così ma non posso farci nulla.
forse questo mio malumore e dato dal fatto che tolti questi sfoghi per molti insensati, non ho nessuno a cui appoggiarmi, se non una buona dose di cattiveria e coraggio;
coraggio che va bene per questo ma non ne ho abbastanza per evitare i rimpianti, che a 20 anni sono decisamente già troppi.